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SALSOMAGGIORE E LE FORTEZZE DEL SALE
Bargone, Gallinella, Contignaco, Scipione, San Nicomede

Non molto distante dal relais di charme Antico Borgo di Tabiano e relativamente breve, ma non per questo meno affascinante, l'itinerario ha come filo conduttore le Fortezze del Sale: un quadrilatero che i Marchesi Pallavicino costruirono per controllare le preziose saline di Salsomaggiore. Da non perdere l'antichissima Pieve di San Giovanni in Contignaco e la chiesetta di San Nicomede, rinomata per un'antica fonte la cui acqua curava il mal di capo.
All'inizio o alla fine dell'Itinerario la visita a Salsomaggiore.
Km. 50 - Tempo di percorrenza: 2 ore, oltre le soste.
  • UN PÒ DI STORIA [Approfondimento]

    La zona di Salsomaggiore si caratterizza per la presenza di sorgenti di acqua salsa, mista a sali di iodio e bromo, che la rendono teraperutica per molte malattie. Le sue virtù sono state scoperte soltanto alla metà del XIX secolo, mentre in precedenza, da millenni, l'acqua salsa era stata utilizzata per produrre sale, mediante ebollizione: merce preziosissima fino ad epoca recente per le popolazioni all'interno della val Padana, data la lontananza dal mare Adriatico ed i proibitivi costi di trasporto.

    I primi produttori di sale sarebbero i Celetati, una tribù celtica esperta nel confezionamento del sale; i Romani insediano i loro accampamenti nella zona, chiamandola Salso de Majori; dopo le distruzioni barbariche, già alla fine del secolo VIII molti pozzi sono riattivati e lo stesso Carlo Magno nell'801 concede il privilegio di far sale agli abitanti del luogo. Una attività che si sviluppa con il regno d'Italia a Pavia e con l' apertura della via Franchigena.

    Sorgono le prime contestazioni sui diritti di proprietà, sui diritti e doveri degli affittuari delle saline, sulla disciplina del taglio dei boschi. Intervengono soprattutto i feudatari locali, che intorno all'anno mille costruiscono quattro castelli per controllare il traffico del sale e trarne benefici mediante gabelle o prezzi di monopolio: Scipione, Bargone, Gallinella e Tabiano, disposti a quadrato intorno a Salso de Majori.

    Un controllo che ben presto viene a scontrarsi con gli interessi dei produttori; questi chiedono aiuto ai liberi comuni, in particolare a Piacenza. Una lotta che dura per secoli e finirà con una spartizione dei diritti: ancora nel XVI secolo i Pallavicino di Scipione e di Busseto possiedono numerosi pozzi e forniscono di sale tutti i loro vassalli.
Dall'Antico Borgo scendi a Tabiano Bagni, prendi a destra la strada verso Fidenza, fino ad oltrepassare la località Longone; dopo meno di un chilometro svolta a sinistra in direzione Bargone; il castello appare imponente sulla destra dopo pochi minuti. (10 Km. minuti 25-30)
  • CASTELLO DI BARGONE [Approfondimento]

    Sito in posizione strategica sopra una verde collina, circondato da vigneti e da un grande parco, a forma quadrata, s'innalza con la sua imponente facciata volta a oriente.

    Strutturato su cinque piani, di cui due seminterrati, riecheggia in gran arte le antiche vestigia, di cui rimangono il mastio e il cortile cinquecentesco; da questo si accede a una bella sala d'armi con volte a crociera che poggiano su antiche colonne.

    Le prime vestigia risalgono all'XI; per secoli feudo imperiale concesso più volte ai Pallavicino, spesso abitato da famiglie vassalle, come i da Borgo ed i Rangoni. Acquisito da Niccolò Pallavicino alla fine del XIV secolo, rimane alla famiglia fino al 1587, quando viene acquisito dalla Camera Ducale dei Farnese.
Ritorna sulla strada comunale, voltando a destra, direzione Salsomaggiore; giunto in città prendi a sinistra via Milano e prosegui per qualche chilometro lungo la statale 359 direzione Bardi. Ben presto appare in alto sulla destra l'alta torre del Castello di Contignaco, che si può raggiunere mediante una ripida strada sulla destra.
  • CASTELLO DI CONTIGNACO [Approfondimento]

    Costruito intorno all' XI° secolo da Adalberto Pallavicino; la torre principale, ancora oggi ben conservata, alta oltre 30 metri, risalirebbe all'anno 1030.

    Conquistato nel 1315, dopo violenti scontri, dagli Aldighieri di Parma, che lo possiedono fino al 1537, quando la Camera Ducale milanese lo concede in feudo agli Sforza-Pallavicino; in seguito passa ai Terzi di Sissa, quindi ai Farnese.

    Nel 1762 Don Filippo di Borbone lo vende ai marchesi Ponticelli, che lo possiedono fino al 1834; acquisito dal capitano Alberto Leva, passa alla famiglia Boschi e, per via di matrimoni, alle famiglie Vicini e Romanini, attuali proprietarie. All'ingresso del Castello si ammira una quercia ultrasecolare, con tronco di oltre due metri di diametro; tutt'intorno splendidi esemplari di cedri del Libano, cipressi ed allori.
Sceso dal castello, riprendi la statale verso destra fino alla non lontana indicazione " Pieve di San Giovanni", che raggiungi voltando a sinistra per una breve salita.
  • PIEVE DI SAN GIOVANNI BATTISTA [Approfondimento]

    Di origine antichissima, probabilmente dell' VIII secolo; l' impianto a tre navate dell'edificio risale al XII secolo.

    La struttura originaria subisce più volte l`insulto di bande armate venute a combattere sotto i castelli di Contignaco e Galinella. Ricostruita intorno al 1330, insieme alla canonica ,difesa da mura e feritoie.

    Alla fine del XVIII secolo viene adeguata ai canoni barocchi, con volte sulle navate, intonaci e cornici.

    Una provvida iniziativa di Don Rossi, Parroco negli anni '50 e '60 del secolo scorso, riporta la Pieve all'aspetto originario, con la muratura in pietra a blocchi squadrati, monofore, capitelli e frammenti di affreschi eseguiti intorno alla metà del Quattrocento: nella cappella un Angelo annunciante, nel presbiterio Cristo con San Giovanni Battista, nella navata sinistra una Crocifissione, figure di angeli e santi; sul primo pilastro a destra, una Santa Lucia, con data 1517.
  • CASTELLO DELLA GALLINELLA [Approfondimento]

    Sempre nella zona di Contignaco, tra sterpi e rovi, si intravedono le rovine in un antico castello, per molti secoli baluardo dei Pallavicino, vicinissimo a Tabiano, anche per vincoli matrimoniali tra le due famiglie. Dopo la fine degli eredi di Nicolò nessuno ha cura del castello, che va progressivamente in rovina.

    L'antica torre svetta ancora fino alla metà del XX secolo, ma una cava di pietre nelle vicinanze ne ha affrettato il crollo: l'uomo distrugge più del tempo! Difficilissimo avvicinarsi: dura l'erta, solo tracce delle vie di accesso.
Ritorna sulla SP 359, svolta a destra per Salsomaggiore; lascia via Milano, costeggia il Parco Corazza; svolta a sinistra, poi ancora a sinistra al semaforo, diritto fino all'incrocio con a destra indiacazione per Castelnuovo Fogliani – Piacenza. Giunto sul primo crinale, svolta a destra e trovi di fronte il borgo con il castello di Sipione, che raggiungi per una bella stradina, segnalata da un cartello.
  • CASTELLO DI SCIPIONE [Approfondimento]

    Il nome deriva quasi sicuramente dalla preesistente villa romana costruita dalla famiglia degli Scipioni, probabilmente Scipione l'Emiliano. Il Castello si innalza sulla collina che domina la pianura ed il parco naturale dello Stirone, nel mezzo di un piccolo ma suggestivo borgo di origine medioevale. Costruito all'inizio del secolo XI dai Marchesi Pallavicino, forse dallo stesso Adalberto, uno dei capostipiti della grande famiglia, che per oltre sei secoli, quasi ininterrottamente, possiede il maniero e una vasta zona circostante.

    Periodo d'oro fra il XIII ed il XIV secolo, con Manfredo, fratello di Uberto il Grande, capostipite del ramo Pallavicino di Scipione, ed i suoi primi discendenti, che estendono i loro domini nella pianura verso Parma e per un certo periodo possiedono anche il castello di Tabiano. Nel 1267, al tempo delle lotte tra guelfi e ghibellini, il castello subisce diversi attacchi dai piacentini, ma rimane saldo nelle mani dei discendenti di Manfredo, così come negli anni 1403 e 1407, dai ripetuti assalti dalle famiglie guelfe Rossi, Da Correggio.

    Solo OttobonoTerzi riesce a conquistarlo nel Luglio 1407, costringendo alla resa Pietro Pallavicino. Ma nel 1447 il castello ritorna all'antica famiglia ed i fratelli Lodovico e Giovanni lo ristrutturano, adattandolo anche alle moderne tecniche difensive, con un nuovo torrione ("Torre Piacentina"). dalla forma cilindrica e mura a scarpatura abbassate e rinforzate, meno vulnerabili dalle nuove armi da fuoco.

    Allo stesso periodo risalgono anche le anguste prigioni rimaste intatte fino ad oggi. Altre notizie riguardano la partecipazione di Alessandro e Camillo Pallavicino alla congiura contro Pier Luigi Farnese nel 1547. Nel XVI e XVII secolo la famiglia procede a nuovi interventi, in particolare i soffitti a cassettoni, gli affreschi e le decorazioni di alcune sale, la costruzione dell'elegante loggiato e del grande portale d'accesso al cortile d'onore. Lo stemma del casato è dipinto a fresco all'interno del rivellino d'accesso al castello.
Ritorna sulla strada scendendo fino a Scipione Basso; prima del ponte prosegui diritto in direzione di San Nicomede.
  • CHIESA DI SAN NICOMEDE [Approfondimento]

    Una delle più antiche testimonianze dell'architettura religiosa del parmense, sita in località chiamata anticamente Fontanbroccola.

    Dedicata a san Nicomende, martirizzato a Roma nella seconda persecuzione di Domiziano nell'anno 85 d.C. La parte più antica risale al IX secolo: la base della muratura in pietra mista a ciottoli e mattoni, la cripta, a tre navate, sostenuta da quattro colonne, due scanalate di epoca romana, due di età longobarda.

    Nonostante successive sovrapposizioni, conserva quasi intatta la struttura romanica del XII secolo, l'abside in particolare. L'assetto attuale è dovuto ai lavori del 1909, quando campanile e facciata vengono ricostruiti in stile lombardo del XV secolo. Nel mezzo della cripta si trova un pozzo marmoreo, molto probabilmente di antichissima origine pagana, dedicato alla Madre Terra ed all'acqua, dispensatrice di vita.

    Proprio su questa fonte, considerata sacra e guaritrice viene costruita la prima chiesa e non a caso l'atmosfera che circonda l'edificio emana una pace assoluta, dando quasi la sensazione che lì il tempo non trascorra mai Si narra che molti pellegrini, giunti da tutta Europa percorrendo la vicina via Francigena si recassero a questa fonte con un mattone in testa e bevessero l'acqua benedetta, per farsi passare il male al capo. Proprio con questi mattoni, lasciati in loco dai fedeli, sarebbe stata costruita e restaurata la pieve duecentesca.
Da San Nicomede raggiungi in breve la statale; gira a destra direzione Salsomaggiore Terme. Di li all'Antico Borgo passando per Tabiano Bagni.
  • SALSOMAGGIORE TERME [Approfondimento]

    Da oltre un secolo è una delle stazioni termali più note al mondo, sede di importanti convegni, congressi, manifestazioni artistiche e mondane.


    Ridente cittadina adagiata fra due colli, alla confluenza dei torrenti Citronia e Ghiaia, relativamente moderna nelle costruzioni, poichè nulla è rimasto dell'antico fortilizio romano del Castellazzo e di abitazioni antiche, in particolare il pozzo della ruota, ove i galeotti scontavano la loro pena.

    Il suo sviluppo coincide con la scoperta delle proprietà curative delle acque salsoiodiche per merito dei medici Berzieri e di Valentini ed all'imprenditorialità del Marchese Dalla Rosa, affiancato da Rosa e Giacomo Corazza. Il volto della città si costruisce quindi tra la fine del XIX e l'inizio del XX, culminando nelle Terme Berzieri , uno degli esempi più straordinari. del Liberty, magnificamente integrato dal Chini con l'arte orientale.

    Dello stesso stile Villa Fornio , costruita dal sodalizio Giusti-Chini, autentico gioiello d'arte e di architettura incastonato tra il verde delle colline Di ben altro livello le Terme Zoja, costruite nell'immediato dopoguerra (1967) : un edificio brutto e di scarsa funzionalità. Nel suo complesso la cittadina è piacevole.

    Vale la pena passare una piacevole mattinata od un pomeriggio vagando per le stradine del centro, attorno alla piazza del nuovo Municipio, a passeggiare nell'ampio viale Romagnosi, con le sue vetrine, la fontana ed il Parco Corazza, la rinnovata piazza davanti alle terme Berzieri. Interessa soprattutto visitare queste terme, con la sua struttura orientaleggiante, le stupende decorazioni del Chini, un'atmosfera del tutto particolare.